Il Viaggio del Centauro – Il Ritmo-tempo (parte 2)

Abbiamo deciso che è il momento di iniziare ad insegnare a Jack che vogliamo la stessa energia nelle andature alla quale lo abbiamo abituato ma a un ritmo-tempo più lento.

Ricordiamoci di procedere lentamente ma di procedere. Ricordo sempre uno storico aforisma che ho sentito la prima volta tanti anni fa da Laura Conz e che parafraso qui: in equitazione non si è mai fermi, o si avanza o si indietreggia.

Se abbiamo allora spiegato a Jack che l’azione di resistenza delle mani sulle redini equivale a una richiesta di rallentare non potremo contemporaneamente agire con le gambe per chiedere di mantenere energia e ampiezza.

Dovremo usare allora qualche altro mezzo che riesca a fargli capire la richiesta.

Jack dovrebbe essere abbastanza ginnasticato da poterci permettere qualche tempo di trotto seduto, prima ovviamente seguiremo il “suo” movimento ma, meglio presto che tardi, dovremo condurre noi la danza imponendo un ritmo costante e scandito e questo aiuto viene dal nostro assetto.

Un ulteriore aiuto che possiamo dare a Jack per mostrargli la strada che desideriamo che segua è la mezza fermata. Grande e indispensabile azione, codificata da secoli, che però ha secondo me un bruttissimo nome. L’hanno chiamata “fermata” e quindi chi legge immagina quasi uno spegnere, smorzare il flusso di energia ed è istintivamente indotto a usare soprattutto la mano. Invece la mezza fermata inizia con una azione del corpo che quasi interrompe per un attimo il ritmo, seguita da una azione della gamba che mantiene l’attività e solo alla fine confermata dalla mano che resiste un attimo per poi tornare passiva. È quasi una “mezza andata”, neologismo sgrammaticato che dovrebbe dare forse un pochino meglio l’immagine di cosa si vuole ottenere.

La “mezza fermata” è una richiesta complicata da eseguire, non molto intuitiva né per il cavaliere né tanto meno per il nostro Jack, abituato ad aiuti elementari. Mentre possiamo lavorare sul cavaliere in modo analitico (scomponendo il movimento nelle sue parti per poi ricostruirlo con goffi movimenti volontari che solo in seguito diventeranno spontanei e coordinati) dovremo invece lavorare sul cavallo in modo che gli succeda quasi per caso di eseguire il movimento di ripresa di equilibrio usando la sua fantasia motoria, in modo istintivo.

Ecco che allora ci vengono in soccorso gli esercizi, soprattutto le transizioni nel circolo, i frequenti cambi di direzione e di andatura che sveltiscono il cavallo e lo rendono più agile e in equilibrio sui posteriori.

Purtroppo non è proprio cosi semplice, non basta eseguire una transizione o un circolo in qualche modo. Per mettere Jack nelle condizioni di sentire il bisogno di riequilibrarsi, di riuscire a farlo e di essere aiutato dal cavaliere in modo da interpretare, in seguito, il movimento del cavaliere come richiesta bisogna lavorare sul “come” si eseguono i movimenti e sul “quando” e “quanto” impiegare le azioni. Indispensabile in questo delicato lavoro un aiuto da terra che possa fare da specchio al cavaliere per aiutarlo a interpretare le sue sensazioni.

Nella prossima puntata parleremo della seconda faccia del ritmo, il ritmo-sequenza…

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