C’è sempre un MODO…: come affrontare l’ansia della gara

Una delle domande più gettonate che sono arrivate in redazione riguarda la gestione dell’ansia sia nei
giorni che precedono la gara che nel giorno dell’evento. Vi darò alcuni semplici suggerimenti per avere un maggiore controllo su questa emozione trasformandola da nemica in alleata. Ovviamente questo non può sostituire un percorso di mental coaching completo ma può fornire spunti di lavoro e riflessione a tutti.
Iniziamo con il dire che avere una sensazione di ansia prima di una gara è una cosa assolutamente normale soprattutto a livello amatoriale ma anche in professionisti che devono affrontare gare importanti che comportano qualifiche. La gara è un momento di verifica, di giudizio per cui viene vissuta come un esame e come tale attiva la nostra attenzione, sia in positivo come voglia di fare bene che in negativo come insicurezza e stress. I fattori che contribuiscono all’agitazione sono diversi, montare in un posto nuovo, il pubblico, le aspettative dell’istruttore e delle persone vicine, il dover eseguire delle figure in un
determinato momento senza possibilità di ripetere come durante l’allenamento a casa.

Il primo passo fondamentale è di arrivare alla gara preparati. La consapevolezza di essersi allenati al meglio e di avere fatto tutto ciò che è in nostro potere per essere performanti è la base. Gli imprevisti in gara esistono sempre ma se noi abbiamo pianificato nelle settimane precedenti un buon allenamento
arriveremo il giorno della gara più sereni. Quando parlo di allenamento non intendo solo la parte tecnica
ma anche la parte fisica e la parte mentale. La pianificazione di obiettivi giornalieri e settimanali ha come
risultato una buona preparazione. Scriviamo la data e il luogo della gara su un foglietto che metteremo in
un posto dove sia chiaramente visibile durante il giorno. Questo aiuterà la mente a rimanere focalizzata su quello che è l’obiettivo finale.


Il secondo passo è esercitarsi ogni giorno con la respirazione profonda o diaframmatica che permette in
maniera fisiologica di mantenere la nostra mente lucida e di controllare l’ansia quando sale. In ogni mia
seduta ribadisco questo concetto perché non è mai scontato. Molti gareggiano in apnea e questo comporta un minor controllo della prestazione. I respiri profondi consentono una maggior ossigenazione del cervello e questo limita gli effetti negativi dell’ansia: nebbia mentale, forze diminuite, palpitazioni, tremori, tensioni dello stomaco. La respirazione è un Superpotere che tutti possiamo sfruttare per passare da uno stato depotenziante ad uno potenziante. Respirando nel modo corretto trasformiamo la nostra energia e le nostre emozioni. Ho visto gare cambiare da un giorno all’altro proprio in base a questo fattore.

Nel caso del dressage dove i grafici sono già conosciuti prima dell’evento è estremamente utile, dopo aver effettuato gli esercizi di respirazione, visualizzare nella mente ogni figura. La visualizzazione interna è una tecnica potentissima che coinvolge tutti i sensi e durante la quale possiamo programmare prestazioni perfette. La mente funziona per immagini e non distingue tra quelle reali e quelle costruite da noi stessi durante gli esercizi di visualizzazione. Quindi più ci eserciteremo a visualizzare la gara perfetta più questa influenzerà quella reale. Durante le mie sedute spiego dettagliatamente gli esercizi utili per potenziare questa altra capacità che tutti noi possediamo e come memorizzare i grafici nella maniera più efficace.

Ultimo punto controlliamo il nostro dialogo sia interno che esterno. Le parole hanno un potere enorme sui nostri risultati. Eliminiamo ogni parola che possa insinuare in noi dubbi e che non sia positiva.

Concludendo, sempre per diminuire lo stato di ansia, la gara è un momento di verifica di quello che
abbiamo prodotto a casa, niente di più. E’ un momento di gioia da vivere insieme al nostro cavallo. Lo
scopo è di cercare sempre un miglioramento rispetto alla prestazione precedente. Gli errori fanno parte del percorso e sono degli ottimi insegnanti per correggere il tiro nella gara successiva. I cavalieri professionisti affrontano i momenti difficili e gli insuccessi in questo modo. Lavorano per correggere gli sbagli e non si lasciano abbattere, anzi trasformano la rabbia scaturita dall’errore in un motore per migliorare sempre di più. Questa è la differenza tra il vincente e il perdente. Il primo non trova scuse con se stesso, guarda in faccia la realtà e agisce per cambiarla. Il secondo si deprime e scarica le colpe sul cavallo, sull’imboccatura e su ogni altra cosa gli venga in mente.

E’ sano e normale provare delusione e frustrazione di fronte ad una gara andata male, anzi sono emozioni necessarie per dare il via ad un cambiamento produttivo, per mettere in moto energie positive. Cerchiamo di soffermarci il minor tempo possibile sui sentimenti negativi e guardiamo subito alla prossima gara con il nuovo bagaglio di esperienza acquisito. Vincere per ognuno di noi ha un significato diverso e personale. Significa sicuramente ottenere la percentuale più alta, salire sul podio, portare a casa coccarde e montepremi ma vuole anche dire essere consapevoli di avere fatto del proprio meglio, avere superato paure e blocchi mentali e avere migliorato anche solo di un grammo il nostro rendimento.

Fatemi sapere se vi sono stati utili questi consigli e se avete altre domande specifiche da rivolgermi. Buon lavoro!

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