Intervista a Valentina Truppa: dopo 21 anni nei Carabinieri, una nuova fase con lo sguardo sempre verso il dressage

Dopo oltre due decenni trascorsi nell’Arma dei Carabinieri, Valentina Truppa – icona del dressage italiano e atleta dal palmarès unico – ha deciso di congedarsi per aprire un nuovo capitolo della sua vita professionale. Con due partecipazioni olimpiche, una medaglia europea e un bronzo in Coppa del Mondo, Valentina è una figura di riferimento assoluto per l’equitazione italiana. In questa intervista ci racconta le ragioni della sua scelta e cosa riserva il futuro.
1. Dopo 21 anni nell’Arma dei Carabinieri, hai deciso di congedarti. Come è maturata questa decisione?
Ci sono stati eventi interni all’Arma ed esterni legati alla mia vita lavorativa che, dopo un’attenta analisi – sia dal punto di vista sportivo che economico – mi hanno portata a prendere questa decisione. Mio padre, che oltre a essere il mio istruttore è anche commercialista, mi ha affiancata in questa valutazione, aiutandomi a riflettere con lucidità su ogni aspetto.
2. Quali sono i valori che l’esperienza nell’Arma ti ha lasciato e che porterai con te anche nel futuro?
L’Arma è stata il mio “team” per 21 anni. Ho avuto il privilegio di conoscere colleghi provenienti da altre discipline equestri e da altri sport, e questo ha rafforzato in me il senso di appartenenza, di squadra. Senza dubbio, uno dei valori più forti che porterò con me è la disciplina, che ha segnato ogni aspetto della mia vita.
3. Sei stata una pioniera del dressage italiano a livello internazionale. Guardandoti indietro, quale pensi sia stato il momento più significativo della tua carriera?
Credo di aver dato tanto a questa disciplina. Ad oggi sono l’atleta italiana più titolata nel dressage: sono stata l’unica a partecipare a due Olimpiadi e a vincere medaglie europee, oltre a un bronzo in Coppa del Mondo Senior – un risultato che nemmeno nel salto ostacoli abbiamo ancora ottenuto. Ho ottenuto risultati importanti con più cavalli, ma se devo scegliere un momento simbolico, direi che la prima Olimpiade rimane ancora oggi il più significativo.
4. Hai rappresentato l’Italia in eventi di grande prestigio: c’è una gara in particolare che porterai sempre nel cuore?
In realtà, sono due. La prima è la medaglia d’oro agli Europei Young Rider nel 2006 con Chablis. La seconda è il bronzo in Coppa del Mondo nel 2012 con Eremo del Castegno. Sono ricordi indelebili.
5. Dopo questo cambiamento nella tua vita, quali sono i tuoi progetti a breve e lungo termine?
A dire il vero, i miei impegni non cambiano molto: cambiano solo i ritmi. Continuerò a gareggiare – ho due cavalli da Gran Premio e quattro giovani in crescita, quindi non sparirò certo dai campi gara! Proseguirò anche il mio lavoro come tecnico FISE per i pony, giudice, esaminatore per gli istruttori FISE e, naturalmente, come istruttrice privata. Le attività non mancano, ma d’ora in poi potrò decidere con maggiore autonomia a cosa dare la priorità.
6. Cosa diresti oggi a una giovane amazzone che sogna una carriera come la tua, sia nello sport che in un corpo militare?
I Centri Sportivi militari sono una grande opportunità, e credo valga davvero la pena farne parte: per la crescita, per le possibilità e per il sostegno che offrono. Quanto allo sport, servono dedizione, spirito di sacrificio, pazienza. Non bisogna arrendersi: i risultati arrivano sempre, al momento giusto.
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