No scuse… ma soluzioni!

Trovare sempre delle scuse quando siamo in sella non ci aiuta a migliorare e a sviluppare una mentalità
vincente. Il detto che “un vincente trova sempre una strada un perdente trova sempre una scusa” contiene una profonda verità.
Spesso quando una gara va male o semplicemente nelle difficoltà del lavoro quotidiano in sella,
incolpiamo fattori esterni su cui non abbiamo capacità di controllo. In dressage si attacca la votazione dei
giudici, gli elementi di disturbo esterni, il clima, il cavallo etc E’ vero che un cane abbia a bordo rettangolo
può spaventare il cavallo, il fotografo può essere un elemento di disturbo, come un meteo difficile . Queste situazioni fanno parte delle gare e delle cosiddette incognite. La differenza la farà l’atteggiamento del cavaliere fronteggiando l’imprevisto in maniera propositiva. Non cercare alibi davanti alle difficoltà ma
soluzioni è il primo passo verso il miglioramento.

Un buon coach ha il compito di rendere conscio il cliente di questi atteggiamenti da perdente di cui spesso è inconsapevole. Chi si rivolge ad un professionista della mente desidera di sicuro cambiare determinate situazioni ma è bloccato da catene mentali e schemi di comportamento che gli impediscono di progredire.

Queste giustificazioni vengono definite in coaching “le scuse del perdente” in quanto ci impediscono di
raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Ogni situazione, per quanto critica, può essere comunque migliorata se non risolta del tutto. Dipende solo da noi l’atteggiamento da assumere in questi casi. Le giustificazioni non fanno altro che rafforzare uno stato di debolezza e di impotenza , si radicano in noi , nel nostro subconscio, e bloccano qualsiasi forma di progresso.

Questo non vuol dire che non esistano situazioni effettivamente difficili ma di fronte alle stesse c’è chi si
siede ad aspettare l’aiuto dal cielo e chi invece passa all’azione sperimentando soluzioni.
La carriera di chi è diventato campione è sempre costellata da difficoltà affrontate e superate con un
atteggiamento positivo.

Il primo passo da compiere è di renderci consapevoli dei nostri pensieri e del dialogo interiore.
In ognuno di noi esiste una vocina negativa che in coaching viene anche chiamata gremlin che prova a
boicottare ogni nostro tentativo di cambiamento e cerca di mantenerci entro una zona di sicurezza. E’
quella vocina che ci dice: “Non ce la farò mai eseguire un bel trotto allungato”. La sua intenzione non è di
danneggiarci ma di proteggerci da eventuali pericoli o delusioni. Ma impedendoci di correre dei rischi ci
blocca anche la possibilità di ottenere dei cambiamenti. Chi si rivolge ad un allenatore mentale ha invece
proprio questo scopo, cambiare ciò che non è funzionale al miglioramento. Esiste sempre qualcosa in più
che si può fare per avvicinarci al traguardo.

Focalizziamoci sul nostro obiettivo piuttosto che sul problema che dobbiamo affrontare. In questo modo
manterremo alta la motivazione e cercheremo delle nuove strategie per superare gli ostacoli, provando e
riprovando sino a quando non troveremo quella giusta. Chi non si arrende e continua ad agire, passo dopo passo, inevitabilmente otterrà dei progressi.

Non sono tanto importanti le nostre condizioni di questo momento, la disponibilità economica, l’età, il
cavallo, l’istruttore, etc… Quello che invece è realmente fondamentale è dove vogliamo arrivare, quali sono le convinzioni che ci sostengono. Se dentro di noi pensiamo di essere una persona che non molla mai sicuramente otterremo maggiori risultati di chi si ripete che non ce la farà o che i suoi obiettivi sono troppo ambiziosi. Le convinzioni che abbiamo su noi stessi si formano durante il corso della nostra vita e sono pesantemente influenzate da quelle che erano per noi figure di riferimento ovvero genitori, insegnanti, compagni di scuola. Quindi per prima cosa è importante essere consapevoli di quelle che sono le nostre convinzioni più profonde e radicate. Se scopriamo che sono orientate al negativo cambiarle rapidamente tramite esercizi specifici è il nostro punto di partenza. Nessuno esterno può decidere sino a dove possiamo arrivare. L’unico ostacolo è quello che noi pensiamo di noi stessi. Il parere di un istruttore nei nostri confronti può sicuramente esercitare molta influenza su di noi e contenere delle osservazioni veritiere ma non è assoluto o non modificabile. Lo possiamo utilizzare in maniera positiva per capire quali sono i punti su cui dobbiamo lavorare maggiormente per migliorare ma non dobbiamo dare a questo giudizio la possibilità di bloccarci. E’ piena la storia di persone che sono state etichettate come mediocri e prive di determinate caratteristiche per avere successo e hanno invece stravolto ogni previsione raggiungendo traguardi fuori dal comune.

Alla base di ogni tecnica e fase dell’allenamento mentale c’è sempre la ricerca di una maggiore
consapevolezza sia del nostro corpo che dei nostri pensieri. Trovare degli alibi dentro di noi può solo
spingerci a rimanere nello status quo, nella nostra zona di comfort, senza nemmeno provare a superare i
nostri limiti. Quindi ora individuiamo le nostre “scuse del perdente” e troviamo la strada più adatta per noi verso il miglioramento. Non sempre sarà possibile salire sul podio, ognuno di noi potrà però fare del suo meglio e sostituire il senso di frustrazione con una meravigliosa sensazione di appagamento.

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