Dal 2026 certificato obbligatorio per i cavalli atleti: tutela del benessere o nuovo costo per i proprietari?
Dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore l’obbligo del certificato veterinario di idoneità sportiva per ogni cavallo atleta.
Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre 2025, disciplina le modalità di accertamento dell’idoneità degli equidi per poter partecipare a una manifestazione, competizione o evento sportivo.
L’accertamento spetta a un Medico Veterinario iscritto all’Ordine, che dovrà eseguire annualmente una visita comprendente:
- Esame obiettivo generale (EOG)
- Esame obiettivo particolare (EOP)
- Valutazione comportamentale
Il veterinario potrà inoltre integrare la propria valutazione con la documentazione sanitaria fornita dal proprietario e, in caso di sospetti clinici, richiedere esami specialistici e strumentali.
Qualora il cavallo non risultasse idoneo, non potrà prendere parte all’evento sportivo e la motivazione dovrà essere riportata nella scheda di valutazione.
Con questa normativa, l’Italia diventa l’unico Paese europeo ad aver introdotto lo status giuridico del “cavallo atleta”.
Una riflessione necessaria
Se da un lato la misura viene presentata come un passo avanti verso la tutela del benessere dei cavalli impiegati nello sport, dall’altro sorgono alcuni interrogativi.
- Tutela reale o aggravio di costi?
Nelle competizioni nazionali e internazionali è già prevista la presenza di veterinari ufficiali e, nei grandi eventi, il cosiddetto vet check obbligatorio prima dell’ammissione in gara. Ci si chiede quindi se l’introduzione di un certificato annuale aggiuntivo rappresenti una reale garanzia in più per il cavallo, oppure piuttosto un ulteriore onere burocratico ed economico per proprietari e allevatori, già gravati da numerosi costi di gestione. - Chi resta escluso dalla tutela?
Un altro aspetto critico riguarda i cavalli non impegnati in competizioni. Pensiamo ai soggetti utilizzati quotidianamente nelle scuole di equitazione, spesso di età avanzata e con esigenze di salute specifiche: proprio questi cavalli, che forse avrebbero maggiore bisogno di controlli accurati e costanti, non rientrano nell’obbligo del certificato in quanto non “cavalli atleti”. Un paradosso che rischia di lasciare scoperta un’intera categoria di equidi.
Conclusione
Il provvedimento sul certificato di idoneità sportiva del cavallo atleta rappresenta senza dubbio una novità importante a livello normativo e pone l’Italia in una posizione unica nel panorama europeo. Tuttavia, rimane aperta la domanda di fondo:
questa misura servirà davvero a migliorare il benessere dei cavalli o rischierà di trasformarsi in un nuovo adempimento formale, con benefici concreti ridotti e costi aggiuntivi per chi si prende cura degli animali?
Se concordo sull’obbligo di questo certificato nei concorsi non internazionali, perché in questi c’è già il vet check, mi domando perché non debbano essere soggetti anche i cavalli “da scuola “?? Loro possono patire ogni tipo di problema senza controlli?