Addio a Ferdinando Acerbi, anima del paradressage italiano
Nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2025 è venuto a mancare Ferdinando Acerbi, figura centrale e amatissima del paradressage italiano. Aveva 59 anni e da tempo lottava con una malattia che, con discrezione e dignità, aveva affrontato senza mai smettere di lavorare per lo sport che amava.
La sua è una storia intrecciata con la resilienza, la passione e la capacità di trasformare le avversità in energia creativa. Nato a Milano nel 1965, Acerbi fu fin da giovane un appassionato cavaliere. Da atleta normodotato conquistò successi nel dressage giovanile a livello internazionale. Ma nel 2004 la sua vita cambiò radicalmente: un incidente iperbarico lo costrinse alla paraplegia incompleta. Da quel momento, ciò che avrebbe potuto segnare una fine, divenne per lui un nuovo inizio.
Con straordinaria determinazione, si rimise a cavallo come atleta paralimpico, affrontando nuove sfide nel paradressage. Il momento più alto della sua carriera sportiva fu la partecipazione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, dove rappresentò l’Italia con competenza e orgoglio. In sella a Quasimodo di San Patrignano, Acerbi dimostrò che la passione e il talento possono superare ogni ostacolo.
Dopo Rio, lasciata la carriera agonistica, si dedicò con totale dedizione al paradressage come tecnico, selezionatore e mentore. Il suo sguardo esperto e la sua visione inclusiva furono determinanti per lo sviluppo della disciplina in Italia. Ha guidato la Nazionale paralimpica in numerose competizioni internazionali, contribuendo alla crescita di una nuova generazione di atleti e cavalli. Era molto più di un tecnico: era un punto di riferimento, un motivatore silenzioso, una guida capace di riconoscere e far emergere i talenti nascosti.
Acerbi non si è mai fermato. Anche durante la malattia, ha continuato a lavorare, a osservare, a costruire. Ha attraversato l’Italia per visitare binomi, sostenere i ragazzi, condividere il suo sapere. In ogni gesto, il suo amore per lo sport, per il cavallo, per le persone.
Con la sua scomparsa, il paradressage italiano perde non solo un protagonista, ma un pilastro. La sua eredità vivrà nel lavoro degli atleti che ha seguito, nelle sfide vinte e in quelle ancora da affrontare. Ferdinando Acerbi ha dimostrato che l’equitazione non è solo uno sport, ma un luogo dove coraggio, intelligenza e umanità possono cavalcare insieme.
Ciao Ferdinando, ricordando i bei giorni spensierati trascorsi insieme a tutti i compagni di classe alle scuole elementari dell’istituto Tondini di Cologno, ti abbraccio e ti accompagno nelle preghiere.
Anna