Judges & Co. – Cosa significano i numeri

I voti che assegnamo a ogni movimento hanno i seguenti significati:

0 non eseguito, 1 molto male, 2 male, 3 abbastanza male, 4 insufficiente, 5 sufficiente, 6 soddisfacente, 7 abbastanza bene, 8 bene, 9 molto bene, 10 eccellente. Sono autorizzati poi anche i cosiddetti “mezzi punti”, quindi un movimento eseguito un poco meglio di “Abbastanza bene” ma non proprio “Bene” dovrebbe ottenere 7.5.

Semplice vero?

Se non che, nella vita reale un movimento è composto da diverse parti, generalmente una o più andature, una o più figure, una o più transizioni.

Facciamo un esempio di tutti i giorni, il movimento 7 della E210.

Quindi abbiamo due andature, galoppo e trotto entrambe a una sola cadenza, “di lavoro”, un angolo al galoppo, una figura, la diagonale, con in R un cambiamento di direzione, un esercizio, il galoppo rovescio, una transizione in M, un angolo al trotto.

Il giudice dovrebbe valutare: regolarità e qualità delle andature, ritmo costante, equilibrio, precisione nel disegno, correttezza del rovescio, qualità della transizione, qualità del trotto, flessione ed equilibrio negli angoli e nello stesso tempo valutare anche la posizione e assetto del cavaliere, qualità del contatto, qualità degli aiuti ma dovrà anche tenere conto che il voto di questo singolo movimento vale doppio (coefficente 2).

Il difficile è in pochi secondi seguire l’esercizio, dettare dei commenti pertinenti che possano aiutare il binomio a capire la logica del voto assegnato…

In teoria se questo movimento viene chiesto in una E mi aspetto di vedere un cavaliere giovane oppure un cavallo giovane, man mano che si sale con le categorie le richieste in termini di qualità di esecuzione sono sempre maggiori. Nel regolamento statunitense questa gradualità nelle richieste è esplicita, ogni livello di riprese ha infatti uno “scopo”, è così più facile capire cosa sarà più importante mostrare al giudice. 

La progressione nelle riprese statunitensi e in quelle italiane corrisponde ovviamente anche a quella descritta nella Scala dell’Addestramento di un cavallo: alle prime fasi dell’addestramento ci si concentra maggiormente su ritmo, decontrazione e contatto mentre impulso, rettitudine e riunione sono sviluppate e migliorate progressivamente e continuamente e mostrate nelle riprese più difficili.

Nel valutare lo stesso movimento, in una categoria di livello Avviamento sarà valutato “molto bene” se il binomio riuscirà a disegnare un percorso sulle corrette linee, all’andatura richiesta, con un ritmo costante e energico, un cavallo sereno, con un contatto costante e morbido e la giusta flessione. Ovviamente in una categoria superiore si pretenderà anche una più confermata messa in mano, un equilibrio che diventerà poi riunione, maggiore corrispondenza della colonna vertebrale del cavallo con la linea lungo la quale si muove (rettitudine), transizioni sempre più facili, fluide e immediate, angoli più profondi e così via.

I “numeri” dovrebbero essere una indicazione di come stiamo addestrando il cavallo visto che lo scopo del dressage non è “fare bene degli esercizi” e nemmeno “mostrare che belle andature ha il mio cavallo”, assolutamente non è “vincere una gara” ma è invece:

“Lo sviluppo del cavallo in un atleta sereno attraverso un’educazione armoniosa. Come risultato rende un cavallo calmo, morbido, sciolto e flessibile ma anche fiducioso, attento e disponibile”.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare questa descrizione non è stata copiata da un testo di quella che oggi si chiama “equitazione etologica” ma dal Regolamento italiano di dressage, qui traduzione letterale dal Regolamento di dressage della Federazione Equestre Internazionale.

Dressage quindi è addestramento e i “numeri” sono degli utili punti di riferimento, per quanto soggettivi e dipendenti da una marea di fattori come vedremo nella prossima puntata.

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