Il Viaggio del Centauro – Comunicare è possibile

Jack ha imparato come muoversi nella piccola mandria e poi in scuderia, ma come ha fatto?

“Hei, oggi Lady ha una brutta giornata, basta guardare come muove le orecchie e mi guarda storto. Pazienza me ne vado da Jimmy, ci diamo una bella grattata e facciamo un pisolino.”

Il “vocabolario cavallino” è abbastanza ridotto e si possono trovare ovunque descrizioni delle varie posture e degli atti con i quali il nostro Jack comunica con i suoi simili.  Ma questo non serve molto a noi per “dirgli” qualcosa: non abbiamo orecchie e coda, la nostra postura è diversa, facciamo tanti “versi” strani e non sempre siamo costanti. 

Ci serve un linguaggio non solo per schivare infortuni ma per inserire il cavallo in un ambiente umano e convincerlo nel modo migliore a fare quello che gli chiediamo: non spaventarsi, farsi toccare, guidare, sellare, montare o essere attaccato ed eseguire gli esercizi richiesti in un modo tale da sembrare comportarsi più o meno spontaneamente o “volentieri“.  

Jack non è una scimmia, non riesce ad imparare guardando gli altri ma riconosce benissimo alla vista gli altri cavalli e gli umani, anche in fotografia! Ma Jack è anche capace di qualcosa di più. Riesce a generalizzare alcune informazioni ed è stato dimostrato che riesce a distinguere anche categorie diverse: grande e piccolo, croce o punto, cavo o pieno, piatto o tridimensionale e così via. Cerca una logica di causa ed effetto. 

“Ecco che Maria viene a trovarmi, finalmente facciamo qualcosa di interessante. Ma cos’ha in mano? Meglio allontanarsi, non si sa mai…. non è la solita coperta… ah.. sono curioso… magari un’annusatina… poi scappo…non mi segue… un’altra annusatina e un morsetto… poi via… non mi segue. Forse non mi mangia, poi c’è Maria vicino.” “Sulla schiena proprio no, assolutamente…non riesco a scrollarmela di dosso… uffa, troppa fatica. Non morde, non fa male… può stare anche li. Di’ Maria ce l’hai uno zucchero?”

Senza fregiarsi della pomposa (e in un certo senso impropria) qualifica di etologi, i vari addestratori hanno trovato un linguaggio abbastanza semplice per la mente umana con il quale trovare un punto di contatto con Jack. 

“Forse riesco a capire qualcosa di questo essere: se mi tocca sul fianco e mi scosto smette…a volte sembra che abbia una logica!”…Ha imparato che se facciamo una pressione leggera sulla capezza e lui si ferma poi noi smettiamo. Questo si chiama “rinforzo negativo del condizionamento operante”.

Jack, è fulmineo nel trovare un collegamento tra una nostra azione e un suo comportamento per farci smettere….Il problema è riuscire a smettere nello stesso istante in cui otteniamo il risultato, non 2 secondi dopo. Il mio primo istruttore nel lontanissimo 1971 insisteva: smettete nella richiesta un attimo prima di aver ricevuto la risposta attesa.

Purtroppo il nome assegnato convenzionalmente a questo linguaggio è “Rinforzo Negativo” il che viene associato a qualcosa di punitivo mentre invece è il recupero della passività da parte del cavaliere che lascia che il cavallo esegua. 

Suona familiare?

Nella prossima Jack ci aiuterà a capire come comunicare con lui da montato.

Per approfondire:

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