Fouad Hamoud e l’ amore per il dressage.

Abbiamo recentemente fatto una bella chiacchierata con Fouad Hamoud, giudice e trainer di origine algerina, da molti anni in Italia dove è stato rieletto Presidente del GID.

Fouad Hamoud soddisfatto dei primi quattro anni alla guida del GID guarda al futuro del dressage italiano con ottimismo (photo © tuttoDRESSAGE).

Sempre al lavoro in cabina giudici ‘Fadi’ è anche sinceramente disponibile a dare consigli tutte le volte che gli viene chiesto da un cavaliere o da un istruttore un parere, oltre che di una grande cultura equestre è ricco di passione ed animato dal desiderio di veder crescere il livello del dressage nazionale.

-Sei stato recentemente confermato alla guida del Gruppo Italiano Dressage  alle elezioni del GID, vogliamo fare un bilancio di questi primi quattro anni di presidenza e che cosa si prospetta per il futuro?

“Sono  molto contento dei risultati ottenuti,  la sfida che ho affrontato nei primi 4 anni è stata di organizzare prima i concorsi ai nostri cavalieri, perché c’era stata una carenza di partecipanti e concorsi annullati o male organizzati, quindi colmare questa lacuna era un fatto urgente e credo che l’abbiamo risolta bene.

Con il GID siamo riusciti a trasmettere un po’ più di entusiasmo e voglia di partecipare; come all’ultimo concorso di Natale si poteva notare una bellissima atmosfera, una grande festa con molti giudici anche stranieri e che hanno aumentato il livello del concorso con la loro presenza migliorando anche il livello di cordialità e credo che questo sia un grosso risultato.

Fouad Hamoud sta lavorando su un progetto stile Alpe Adria ma rivolto ad Italia, Francia e forse Svizzera (photo © tuttoDRESSAGE).

Ovviamente ci sono anche altre difficoltà che non siamo riusciti a colmare completamente, mi riferisco a certe regioni che ancora non sono riuscite ad avviarsi mentre altre hanno perso qualcosa,  ci promettiamo quest’ anno almeno di sforzarci di recuperare e aiutare i cavalieri del Lazio e della Sicilia in cui abbiamo trovato un ottimo livello di partecipazione e anche tecnico.

Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte devo dire che hanno raggiunto un livello di partecipazione e tecnico apprezzabile. Dobbiamo sforzarci di attivare la nostra presenza  anche in altre regioni e dare loro maggiore supporto.

Tanti nostri Cavalieri ora montano cavalli addestrati bene e vanno all’estero senza problemi, senza sfigurare e questi sono ottimi risultati che stanno entrando nell’abitudine,  anche per questo motivo i nuovi arrivati nel dressage, entrano già in un ambiente con un livello di capacità, serietà e mentalità che da poco c’è in Italia ma che è quel livello che troviamo in Europa.

Questo naturalmente senza togliere niente a chi c’era prima,  erano in pochi a fare dressage a livello Internazionale, adesso insomma sono più numerosi e il risultato medio è confortante.

Quest’anno cercheremo di organizzare anche concorsi assieme alla FFE la Federazione Francese e spero  entro l’estate che si possa aver già creato un regolamento così dall’anno prossimo possiamo partire con una nuova iniziativa, molto simile all’ Alpe Adria ma con riferimento Francia, Italia e forse Svizzera; sarà una bella opportunità per i nostri cavalieri per creare motivazione, quindi se si riesce a concretizzare penso possa essere una grande iniziativa.

Il GID è nato come associazione di promozione per il Dressage, vedere i successi e la buona crescita dei nostri iscritti ci appaga molto.”

-Cosa sarebbe possibile fare per migliorare il livello del Dressage Italiano, visto che tu lo vivi sia nelle cabine Italiane che in quelle internazionali?

Fouad Hamoud qui con il giudice olimpico Mariette Withages (photo © tuttoDRESSAGE).

“Per quanto riguarda il livello, quantità e la qualità dei giudici abbiamo una confortevole realtà e l’opportunità di avere un grande giudice con noi: Enzo Truppa, nostro collega e supporto  ci ha aiutati tanto.

Molti di coloro che hanno iniziato con lui sono diventati giudici Internazionali apprezzati, per cui oggi se abbiamo ottenuto questa realtà Europea e Mondiale è anche grazie a lui.”

-Se tu avessi la bacchetta magica cosa faresti per incentivare il Dressage qui in Italia?

“Purtroppo la bacchetta magica non ce l’abbiamo , abbiamo creato questo movimento (il GID n.d.r) che sta andando avanti bene e anche chi prima era scettico ora crede in noi, continueremo a portare avanti progetti per allargare questa famiglia del Dressage e portarla ad un livello ancora più significativo e  sempre in un’atmosfera gioiosa, di competizione e allegria. Ci vuole tempo…ma devo dire che ora abbiamo anche una Federazione che apprezza il nostro lavoro.”

-Recentemente sei diventato giudice Internazionale 4 stelle, i tuoi impegni all’estero ti portano a giudicare in giro per il Mondo, come vedi il Dressage Italiano in confronto all’estero?

Fouad Hamoud è stato recentemente promosso a giudice internazionale a 4 stelle (photo © tuttoDRESSAGE).

“Dico davvero, in questi ultimi anni il livello è nettamente migliorato, abbiamo ottimi cavalli in Italia in ogni categoria e manca solo un po’ più di preparazione per i cavalieri, ma ogni mese scopro dei cavalieri apprezzabili per i risultati che stanno raggiungendo, grazie anche ai loro tecnici e bisogna riconoscere che oggi c’è anche una voglia di fare che prima non c’era.

Abbiamo più rispetto da parte dell’estero, ora vedono molti più cavalieri Italiani partecipare e il livello cresce veramente, nei prossimi anni sarà sempre più alto il numero di partecipanti e di buoni risultati.”

-Come sei arrivato a diventare giudice e quali sono state le tue esperienze?

“La scelta di diventare giudice per me era una scelta obbligata, perché era l’unico modo per progredire nel dressage,  i giudici avevano corsi con persone qualificate, invece da questo punto di vista gli istruttori non erano in grado di portarti avanti, erano tutti impuntati sul salto; seguendo la via del giudice di dressage ho avuto contatti con tanti trainer dall’estero che venivano per noi chiamati dalla Federazione grazie ad Enzo Truppa, ed era l’ unica maniera per accedere alla cultura del dressage che mancava!

Era l’unica scelta a disposizione e si è ritenuta molto valida!”

-Hai avuto quindi esperienze anche come cavaliere?

“Si come cavaliere sempre, ho iniziato con il salto perché  in Italia a quei tempi si praticava solo quello, poi ho avuto la possibilità di andare a montare a Merano come Gentlemen Rider, dopodichè ho fatto il corso istruttore a Roma e ho insegnato per tanti anni, però c’ era la passione per il Dressage e così ho scelto questa disciplina.”

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