A LEZIONE DA ZILLA PEARSE.

Right from the beginning” “In front of the leg” … “Absolutely in the channel”

Due giorni di stage full immersion con la dressagista Sud –Africana, Inglese di nascita e Tedesca di tecnica!

Testo e foto di GIULIA IANNONE

Zilla Pearse di fronte al suo "tavolo di lavoro" (photo: Giulia Iannone ).

E’ alquanto difficile assistere ad uno stage di dressage con l’amazzone internazionale Zilla Pearse in Italia. In maggio ne ha tenuto uno in Lombardia, dove l’abbiamo conosciuta e contattata. Da allora l’abbiamo seguita costantemente: le sue gare e vittorie in Grand Prix con Sarkozy ed Hale Bopps quest’anno, poi fuori in Germania. L’olimpiade sfiorata, dove è comunque andata per accompagnare ed assistere la sua coach Anna Merveldt e Coryolano. Molti stage tecnici di dressage li effettua anche in Inghilterra ed in Belgio.

 Trascorre molti mesi dell’anno in Germania, patria d’origine del marito Kurt e dove si trovano i tre giovani cavalli di punta che presto faranno il salto di qualità in carriera dressage” sono 3 buoni cavalli. Uno linea Sando Song, un Donnerhall e un Florestan.

Li ho presi in Germania da un amico allevatore e lì, hanno finito di crescere in natura, come si addice ad un cavallo. Uno ha 6 anni ed è ad un livello F, l’altro lavora su movimenti M ed il più grande va confermato in livello D. E’ la maniera migliore per un professionista appassionato: farsi i propri cavalli da sé.” In Germania poi si trova l’altro grande coach con cui la Pearse lavora: Jo Hinnemann.

Zilla è richiestissima per la sua antica vocazione di eventer “oggi miei cavalli da completo sono felicemente in pensione in magnifici prati in Germania. Erano ottimi cavalli. Il più maturo ha soli 24 anni!. E’ stato un bel momento tecnico. Lo ricordo con grande nostalgia prima di dedicarmi al dressage. Disciplina che seguo con passione e grande dedizione, che però era già parte di me. Si tratta solo di montare bene e quando monti bene il dressage, dopo, deve essere solo approfondito e curato nel suo tratto di collection oltre la connection, ovvero dall’equilibrio alla riunione.

"bisogna montare bene dall'inizio"

Il concetto di montare bene l’ho imparato da una grande amazzone Ingrid Klimke, che seguo ammiro e stimo come donna di cavalli, grande trainer e coach. Ho avuto la fortuna di frequentare in Germania, circa 20 anni fa, la scuderia del Dr.Klimke e di vedere padre e figli all’opera più da vicino. Una grande famiglia equestre che rappresenta una grande fonte di ispirazione per il mio lavoro.” Dunque, dati i trascorsi, Zilla aiuta molti i completisti per la prova di addestramento: “In Italia sono molti. Forse la mia allieva storica è Lisa Deghè che seguo da quando aveva 12 anni. Adesso dovrebbe avere 31 anni!!! Ad aprirmi le porte al CME è stato come primo allievo Andrea Mezzaroba, nel 2003, che si preparava con il suo Tenpo alle Olimpiadi di Atene 2004. Fu lui il primo a notare la mia espressività tecnica ed a credere in me come valido supporto dressage. Iniziai, dunque, anche a curare Roberto Riganelli, Emiliano Portale, Alice Bertoli: correva l’anno 2005. All’epoca questi ragazzi facevano parte del gruppo di giovani atleti della sezione completo creata e diretta da Mezzaroba . E’ così che iniziò la mia collaborazione con Montelibretti” Zilla si presenta molto determinata, sicura, forte, ma al contempo comprensiva e simpatica, dotata di uno spiccato sense of humour di matrice anglosassone. Tutti i cavalli sono per lei “affascinanti ed espressivi. Basta comprenderli e metterli a proprio agio.

"montare bene in curva con l'idea di una spalla in dentro"

Dopo ognuno attraverso tecnica e sensibilità del cavaliere, esprimerà le proprie doti nascoste e la reattività interiore che valorizzerà forma e movenze del cavallo atleta.” Lo stage si è tenuto a Roma, presso il Centro Militare di Montelibretti che ci ha ospitato, consentendoci di realizzare questa intensa osservazione della Pearse all’opera. Circa 12 ore di lavoro in 2 giorni, una media di 12 cavalli visionati e lavorati, molti montati personalmente dalla dresseur, il chè è stata la parte più interessante e accattivante per un appassionato, come colei che vi scrive. Il lavoro nasce così un po’ all’impronta, in base all’osservazione ed alle visibili e reali difficoltà tecniche “io cerco di aiutare da terra trovando l’esercizio e lo strategia per risolvere l’intoppo. Poi se il cavaliere è dotato di un suo tatto equestre e di personalità è tutto più facile. Quando monto è perché da sopra il mio aiuto diventa ancora più concreto e tangibile” ha spiegato prima di cominciare le training session l’amazzone. Noia e stanchezza parole sconosciute, solo tanta tanta passione e voglia di montare bene e rendere i cavalli “happy atlete”. Lo stage è un po’ in Inglese, un po’ in italiano “fast food” divertentissimo. Ma con i cavalli Zilla parla in inglese “Oh! Good Boy! It’s right, Sorry sorry” oppure “in front of the leg, Good so” e costantemente BRRRRRRR, un suono per rilassare ed invitare il cavallo a scaricare la tensione e lo stress.

Lavoro da terra con il cavallo S.I Spirito di 5 anni

 

Alcuni concetti è difficile esprimerli a parole: “connection, through, engagement, self carriage” .Certo sono tutte parole semplici che conosciamo bene, ma la realtà è sfuggevole, solo quando si vede in azione la differenza è così semplice da poterla afferrare. Prima di tutto trovare il giusto ritmo, cavallo avanti al cavaliere, attivare sempre il posteriore e l’uso di tante tantissime transizioni, montare bene nell’angolo in spalla in dentro “ non girate nelle curve come se foste in moto, dovete far prendere equilibrio” usare sui lati lunghi tante tante spalle in avanti, non solo aiuti simmetrici. Utilissima la serpentina, cavallo dritto che poi si flette bene al costato e gira solo sulle gambe del cavaliere. Il galoppo bello, grande, attivo, sonoro che prende terreno “pensate sempre di galoppare quasi come per andare a saltare”, sentire l’equilibrio, favorire il self carriage, la cessione alla gamba utilissimo movimento di stretching non esercizio vero e proprio. Zilla ha poi spiegato molte volte l’uso preciso del bacino del cavaliere e come far nascere dall’assetto un vero alt attivo e ben bilanciato. Più di una volta l’amazzone ha ripetuto come un monito “ il cavallo sempre fra due mani e fra due gambe, meglio: immaginate che sia come tra i binari o absolutely in the channel” non eseguire mai il movimento quando il cavallo è contratto o emozionato ma ripristinare subito la decontrazione psico- fisica e poi ripartire. “Non stressate i cavalli lavorando sul problema troppo a lungo. Create sessioni di lavoro brevi e piano piano toccate il problema, quindi cambiate lavoro. Insomma Take your time”.

Non posso , ovviamente, per il limite dello scritto, riproporvi ogni istante tecnico. Cercherò , però, grazie alle foto e a didascalie opportune di farvi rivivere qualche scena tecnica-empatica che ho cercato di fermare con i miei scatti. (Giulia Iannone)

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