Karin Sol il cavallo che vede e gareggia attraverso gli occhi della sua amazzone

Una storia che fa bene, tanto bene al cuore e ci ricorda i valori più nobili dell’ equitazione.

Janet Scapin e Karin Sol al termine della Kur ai Campionati Europei MCI di None (photo © tuttoDRESSAGE).

Ai Campionai Europei MCI di None il team Italia che ha conquistato uno storico oro ha coronato anche gli sforzi e l’ immenso cuore di un binomio straordinario, vi raccontiamo la bellissima storia di Karin Sol e Janet Scapin.

Con Janet parliamo di qualcosa che diremmo unico nel panorama dressagistico. Karin Sol, un cavallo molto particolare di cui vale davvero la pena raccontare la storia. Janet, come lo hai conosciuto?

Janet Scapin e Karin Sol nel rettangolo europeo della Finale MCI 2016 (photo © tuttoDRESSAGE).

“La prima volta che vidi Karin Sol lui si trovava in un box al SICAB di Siviglia, acquistato all’asta da un mio cliente.” Spiega Janet Scapin. ” Era lì, poco considerato perché castrato, e mi innamorai di lui nel momento in cui lo vidi senza la coperta. Poco dopo il cliente lo portò in Lombardia affidandolo a me ed ad un’altra persona perché lo lavorassimo e così facemmo per circa un anno e mezzo. Non fu semplice, perché Karin Sol ha un carattere complicato, difficile e di gran temperamento. Più tardi io mi trasferii a Rimini, ma non portai il cavallo con me e rimase in Lombardia dove fu acquistato dal ragazzo con cui inizialmente lo avevo lavorato. Due anni dopo, finalmente, riuscii a tornare in Lombardia e comprarlo. In un anno riuscii a metterlo in condizione di competere nel dressage, prima nelle categorie più basse, E ed F, per poi, nel 2012, esplodere nella categoria M.

Janet Scapin e Karin Sol in un momento di tenerezze. (photo courtesy: Janet Scapin).

Arrivammo secondi nel Campionato Italiano, poi dovemmo rinunciare a partecipare agli Europei a causa di un brutto infortunio che gli procurò la rottura dei tendini di entrambi gli anteriori. Trascorse nove mesi in degenza e quando pareva si fosse ripreso cominciò a comportarsi in modo strano. Facendo binomio ti rendi conto immediatamente se qualcosa è fuori dalla routine. Karin Sol piegava la testa in modo strano, anche i movimenti del corpo avevano qualcosa che non andava. Chiamato immediatamente il veterinario, ci disse che il cavallo aveva preso l’Erpes virus e che questo gli aveva procurato cecità da un occhio. Continuai a lavorarlo comunque fino a che, un giorno, faticai a tirarlo fuori dal box. Non ne voleva sapere di uscire. Con tutta la calma e pazienza necessari, finalmente riuscimmo ad andare in campo per iniziare il lavoro ma al primo giro alla lunghina cadde per terra e successivamente cadde ancora due o tre volte. Richiamammo il veterinario e dopo la visita ci disse che la cecità era diventata totale. A quel punto mio marito propose di sopprimerlo perché non riusciva ad immaginare come un cavallo di 10 anni, cieco, senza equilibrio, avrebbe potuto vivere. Ma mi opposi fermamente. Ricominciai a lavorarlo, guadagnandomi la sua fiducia poco a poco, tanto che riuscii anche a trasportarlo con il trailer. Ci vollero 8 mesi, ma ricominciammo ad entrare in gara, ripartendo dalla M, poi nei St.Georges, fino ad arrivare ai Campionati Europei MCI, a due anni dalla cecità completa. Tra noi c’è fiducia completa, ci capiamo istantaneamente. Nelle piccole cose, come i segnali che li mando per avvertirlo di uno scalino o della rampa del trailer. Mi riconosce dai passi e quando arriva in scuderia comincia a nitrire per chiamarmi. E’ una soddisfazione immensa, siamo un binomio in perfetta sintonia.”

Janet Scapin e Karin Sol (photo © tuttoDRESSAGE).

Una storia, quella che ti lega a Karin Sol, davvero emozionante, unica. Ma come hai fatto a conquistarne la fiducia, dal momento che Karin Sol si trovava ormai completamente al buio.

“Con tanta calma, devozione, pazienza e rispetto verso di lui. Avevo cercato a lungo un cavallo come lui ed avevamo fatto tanto insieme, arrivando a grandi risultati. Non volevo lasciare nel box un cavallo come lui, non potevo. Mi aveva dato moltissimo e io ho voluto ricambiare.”

A tutti gli effetti, Janet, i tuoi occhi sono i suoi occhi in gara. Per far si che questo sia possibile è difficile immaginare a che livello sia giunta la fiducia di Karin Sol nei tuoi confronti, e vice versa.

“Si, è sempre in ascolto, ogni respiro, ogni spostamento di peso sulla sella, ogni minimo movimento è ormai riconosciuto e lui agisce di conseguenza. Una sensibilità fuori dal comune tant’è che solo cambiando sella l’ho disorientato completamente.”

E’ corretto supporre che la vostra intesa, la sensibilità all’interno del binomio sia elevatissima.

Janet Scapin e Karin Sol in una bella appoggiata al trotto. (photo © tuttoDRESSAGE).

“Basti pensare che mi basta fare un respiro più lento degli altri affinché Karin Sol si fermi. Se accenno a spostare i talloni verso la sella, a seconda di come lo faccio,  lui sa cosa deve fare, così come se sposto le spalle in avanti sa benissimo che è in arrivo uno zuccherino. E’ un cavallo che mi ha insegnato davvero cosa significa saper montare a cavallo, la sensibilità, la calma, l’intesa.”

Qual’è stata la maggiore soddisfazione che Karin Sol ti ha dato?

“La Kur dei campionati italiani. Lì ho sentito che era in campo per me al 100 per cento, disponibile, pronto, reattivo, forte. Non ha avuto reticenze in campo. E’ stato perfetto. Al di là del punteggio, la gara è stata qualcosa di fantastico. Sono uscita dal rettangolo in lacrime tanta è stata l’emozione.”

Inutile chiedertelo, ma qual’è il premio più bello che tu abbia mai ricevuto in questi anni con Karin Sol?

Karin Sol (photo © tuttoDRESSAGE).

“Karin Sol. Lui ed il rapporto che abbiamo sono insieme il premio più grande che io possa mai ricevere. Non lo cambierei per nulla e con nulla al mondo. Verrà il momento in cui dovrò metterlo al prato, ma sarà con me. Ho un tatuaggio del suo bel muso. Ogni cavaliere, prima o poi, incontra il cavallo della vita: lui è il cavallo della mia vita.”

Rinnoviamo i nostri complimenti a te e a Karin Sol. La vostra è una storia emozionante, toccante, che crediamo rappresenti quanto di più buono possa esserci nel rapporto con questi magnifici animali fuori e dentro l’ambito agonistico, dove, nonostante un problema importante come quello appunto di Karin Sol, è stato possibile creare, costruire un rapporto forte in grado si superare le difficoltà.

“Karin Sol è un cavallo speciale, amato e coccolato da tutti. E’ in pratica la mascotte della squadra italiana MCI. Tutti hanno un pensiero per lui, una carezza, ed incontrandolo nessuno, conoscendolo, può fare a meno di chiedermi sue notizie. A lui non dispiace.”

 

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