Rollkur, LDR, lavoro alla longe in iperflessione.

Addestramento o maltrattamento? Vogliamo parlarne….

Un cavallo felice (photo © tuttoDRESSAGE.it / Marco M. Racca).

Come previsto l’ articolo da noi pubblicato sulla reazione della PETA  e probabile denuncia nei confronti di Edward Gal e Matthias Alexander Rath ha causato opinioni e reazioni contrastanti.

Ho pensato a lungo sull’ opportunità o meno di pubblicare la notizia ma il dovere di cronaca  me lo ha imposto.

Personalmente ad Aachen ero presente e quindi ho visto con i miei occhi, ed in molti casi anche documentato fotograficamente, molti applicare la LDR (Low, Deep and Round) o un training estremamente aggressivo con il cavallo.

Vi posso assicurare con non sono soltanto Gal e Rath, che ovviamente per la loro fama sono stati maggiormente colpiti da movimenti animalisti, a montare così in campo prova ma molti e direi che questo avviene in numero crescente ogni anno.

Il fatto è che la rollkur è vietata ma di fatto sdoganata perchè può essere applicata per dieci minuti semplicemente chiamandola LDR e dicendo che non è stata usata la forza, poi bastano trenta o sessanta secondi di pausa e si ricomincia…senza rischio di essere colpiti da sanzioni. Ovvio che ben sapendo della presenza di movimenti animalisti e di fotografi e giornalisti magari più attenti degli altri questa viene fatta  il meno possibile in pubblico. In pratica: nella rollkur verrebbe utilizzata la forza nella LDR no, ma di fatto il cavallo non si mette naturalmente e volentieri a lavorare in quella posizione e non possiamo nemmeno chiedergli se è stato fatto uso della forza…

In realtà ad Aachen questa ipocrisia è andata in scena in maniera diversa e quindi stiamo cercando di capire il messaggio quale sia, è stato infatti possibile accedere a tutti i campi prova (finalmente!), compreso quello coperto dove è stato fotografato Gal, e quindi tutto è avvenuto in maniera più evidente rispetto per esempio ai WEG dove venivamo banditi da alcune aree di training.

Personalmente ho fotografato anche io campi prova sospetti tant’è che Sjef Janssen, trainer di Rath ha mandato una sua assistente a chiedermi per chi lavoravo…tuttavia se Rath e Gal hanno avuto più attenzione (anche se con scarso successo)  a lavorare in maniera più discreta di altri, dobbiamo rilevare che diversi hanno lavorato lungamente in iperflessione anche nei campi più visibili al punto che uno steward ha richiamato duramente un amazzone dell’ est minacciando di appiedarla se non lasciava il campo dopo un ora e mezzo di allenamento estremamente forte, LDR o rollkur compresa.

Il bilancio è stato ambiguo, da un lato la squadra olandese, che dell’ iperflessione fa largo uso, si è portata a casa la medaglia d’ oro, dall’ altro abbiamo visto Totilas sofferente al punto di dover lasciare la competizione e poi come è noto abbandonare la carriera agonistica ed Undercover eliminato per sangue dalla bocca…(fatto non necessariamente collegabile a LDR o rollkur ma che lascia comunque perplessi.)

Il grande problema è che al pubblico piace vedere cavalli che si muovono in un certo modo, alla Totilas per intenderci, cavalli che volano ma per ottenere questi risultati il training è debordato dagli schemi classici ed i giudici hanno cominciato ad accettare ed a premiare chi monta short in the neck e chi adotta iperflessione a go go.

La rollkur non ci stancheremo mai di dirlo E’ DANNOSA per il cavallo, ha possibili gravi conseguenza sulla colonna vertebrale ed il sistema nervoso, inoltre riduce le capacità respiratorie e visive del cavallo mentre viene applicata imponendo una esagerata sottomissione dell’ animale e distruggendo il rapporto di fiducia con il proprio cavaliere. Chi sostiene il contrario mente o per ignoranza o per convenienza.

Lo spettacolo prima di tutto, il business a tutti i costi, le scorciatoie per arrivare prima o per arrivare dove le carenze di cavalli e cavalieri limitano il risultato questo è il motivo per il quale la rollkur, iniseme ad altri metodi di allenamento particolarmente coercitivi, sono ampiamente usati.

Da un lato i fuoriclasse che per guadagnare in spettacolarità del movimento e punti sono disposti a tutto, dall’ altro apprendisti stregoni e cavalieri di mezza tacca che scimmiottano grottescamente i campioni facendo danni anche maggiori perchè non pienamente consapevoli di quello che stanno facendo ma che pensano “…certo se lo fanno i grandi che prendono i punti  deve funzionare anche per me… “ e così ecco cavalli che vengono rovinati, picchiati , ingranati e rotti per incapacità.

Il problema non sono tanto i Gal, Rath, Kittel, Helgstrand e tutti gli altri cavalieri di altissimo livello perchè loro montano comunque davvero ed avendo sotto la sella cavalli da milioni di euro quantomeno cercano, anche se non sempre ci riescono (Totilas docet), di limitare i danni, il problema è che loro sono un esempio e quando vengono emulati da trainer e cavalieri non capaci disseminati in mezzo mondo, dal Nord America all’ Italia, i cavalli si rompono, i cavalli si uccidono. Di storie come quella di Paolo Margi purtroppo ce ne sono altre, magari meno note o finite bene in tribunale ma ce ne sono, quanti cavalli girati alla longe iperflessi, frustati selvaggiamente, caduti morti o con danni neurologici permanenti…quanti? Troppi!

Se quello che avviene tra le pareti di una scuderia non sempre diviene di dominio pubblico ed è perlopiù regolato dalla singola coscienza ecco  che invece quello che avviene davanti o lontano dalle telecamere ma ben in vista agli addetti ai lavori ha un suo grande peso, ecco dunque che la responsabilità di chi fa le regole e di chi deve applicarle è invece di fatale importanza.

Non lasciamo che le arene di dressage si trasformino in moderni anfiteatri dove a possenti gladiatori che lottano con le fiere abbiamo sostituito eleganti  e fini cavalieri in frac con i loro cavalli esasperati alla ricerca del punteggio impossibile.

Il pubblico apprezza ed ama anche chi monta secondo i canoni classici e con meno aggressività nella preparazione, una cosa è fermezza e disciplina sul lavoro altro è esasperare l’ allenamento fino al punto di rottura attraverso violenza,  ne abbiamo ampi esempi di cavalieri ed amazzoni che hanno conquistato la fiducia del loro cavallo e la stima del grande pubblico e tra questi siamo orgogliosi di poter annoverare gran parte dei nostri azzurri a partire da Valentina Truppa e Leonardo Tiozzo.

Poi attenzione sia ben chiaro che certi metodi non sono solo usati nel dressage ma anche in altre discipline e piuttosto ampiamente anche se… se ne parla pochissimo.

Sono stati fatti passi da gigante negli ultimi decenni sia nella qualità dell’ allevamento che nella conoscenza dell’ addestramento, Edward, Matthias, Patrick, Andreas & Co. sono perfettamente in grado di strabiliarci anche con una monta  più consona con cavalli meno marziani ma più felici, la FEI può e deve correggere il tiro ed i giudici devono tornare ad applicare alla lettera il regolamento, in un attimo certe tecniche andrebbero in disuso, lo sport ed i nostri amici cavalli ne sarebbero davvero felici.

di Marco Maria Racca

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