Quali qualifiche in futuro?

Con le ultime convocazioni per i Campionati continentali senior e pony anche per questa stagione l’ “incubo” qualifiche per amazzoni e cavalieri è concluso.

Nell’ immaginario collettivo, soprattutto per chi porta i capelli grigi, la  Route 66 viene ricordata come quella highway che originariamente collegava Chicago alla spiaggia di Santa Monica dopo un viaggio di 2 448 miglia attraverso gli Stati Uniti.  Nel dressage italiano è l’ attuale percorso di qualifiche per arrivare a rappresentare la nostra bandiera all’ appuntamento clou dell’ anno: europei o campionati mondiali.

Ci chiediamo con tutta serenità e senza alcuno spunto polemico se sia più valido il sistema attuale adottato dall’ Italia di uno sbarramento al 66 per cento, peraltro non sempre rispettato per esigenze di fare la squadra,  raggiungibile attraverso l’ acquisizione di tre risultati di cui solo uno in Italia o piuttosto il sistema dello scontro diretto. Quest’ ultimo adottato da molte nazioni (come la Germania) si restringe ad un numero limitato di due o tre prove obbligatorie, di cui uno è generalmente il campionato nazionale (Germania ed Olanda), dove quindi per forza di cose i tecnici hanno la possibilità di comparare le performance dei binomi vedendoli l’ uno contro l’ altro.

L’ attuale situazione, la “Route 66”,  costringe ad un a volte lungo pellegrinaggio per le strade europee per mettere insieme i risultati qualificanti, la scelta delle gare è quindi calibrata dai singoli binomi in base alla percezione che hanno delle giurie lasciando in questo senso maggiore discrezionalità strategica ai cavalieri  di presentarsi in gare dove magari potrebbe risultare meno ostico raggiungere l’ agognato 66 per cento. Pro e contro da valutare perchè se da un lato forse questo permette di fare più esperienze per centrare l’ obiettivo  è anche vero che la mancanza di scontri diretti potrebbe rendere meno stimolante e vera la battaglia per un posto in nazionale e possibilmente costringe i binomi meno forti a fare più gare affrontando maggiori spese.

D’ altro canto stabilire ad esempio tre gare obbligatorie, che siano tutte in Italia o meno, accenderebbe una forte discussione da parte degli addetti ai lavori su come la composizione delle giurie potrebbe favorire o meno l’ uno o l’ altro ma avrebbe come indubbio vantaggio una maggiore certezza data dalla selezione comparativa e non toglierebbe la necessità e desiderio di fare comunque prima un percorso di preparazione, toccando gare magari più difficili e selettive. Inoltre ovvierebbe al problema, da parte di chi la selezione la deve poi fare, di avere la possibilità reale di vedere tutti i binomi all’ opera cosa che con cavalieri ed amazoni residenti all’ estero non sempre è fattibile.

Abbiamo gettato il sasso nello stagno…ora ci aspettiamo che gli addetti ai lavori ci dicano come la pensano sull’ argomento scrivendo a redazione@tuttodressage.it o postando sulla nostra pagina Facebook  a commento dell’ articolo.

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