Antidoping (1): normativa vigente e regolamenti.

Antidoping: cos’è, chi se ne occupa, come avvengono i controlli

Un laboratorio antidoping (photo courtesy: WADA -World Anti-Doping Agency).

Parte una inchiesta a puntate di tuttoDRESSAGE sul doping, l’ antidoping e l’ uso di sostanze stupefacenti nonchè di alcolici nel mondo dell’ equitazione.
I recenti fatti di San Giovanni in Marignano, dove la presunta azione barbara e violenta di un cavaliere di salto ostacoli ha portato alla tragica morte della cagnolina Gina, ci ha fatto decidere di accendere i riflettori sul problema di cui il mondo equestre non è immune. Ad una prima serie di articoli esplicativi sul problema faranno seguito interviste e commenti. I lettori  di tuttoDRESSAGE ed i cavalieri sono invitati a partecipare contribuendo con opinioni, testimonianze, anche eventualmente anonime, purchè non infamanti. Lo scopo è quello di sensibilizzare sull’ argomento e soprattutto chiedere maggiori controlli da parte della FISE e del CONI.

Cos’è l’Antidoping

Cos’è l’antidoping ce lo spiega molto bene il Ministero dalla Salute.

Il fenomeno doping è un problema riguardante non solo l’etica sportiva ma anche la salute pubblica. 
”Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione o la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell´organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.”

E’ quanto cita l’art. 1 della Legge 14 dicembre 2000, n. 376 che disciplina in Italia la tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping. Il doping è un reato penale, punito fino a tre anni di reclusione (che possono diventare di più se insorgono danni effettivi per la salute), se ad essere indotto ad assumere sostanze vietate per doping è un minorenne o se, a distribuire le sostanze, è un dipendente del CONI.Solo in presenza di condizioni patologiche dell´atleta documentate e certificate da un medico e verificata l’assenza di pericoli per la salute, è consentito un trattamento specifico con sostanze vietate per doping e la possibilità di partecipare ugualmente alle competizione sportiva. Ma anche in questo caso il trattamento deve rispondere a specifiche esigenze terapeutiche e la documentazione deve essere conservata e tenuta sempre a disposizione dall´atleta. Il controllo anti-doping vero e proprio sulle competizioni e sulle attività sportive spetta ad alcuni laboratori accreditati dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO).

La lista delle sostanze biologicamente e farmacologicamente attive che circolano negli spogliatoi e nelle palestre è molto lunga. 
Si possono raggruppare in tre categorie principali:

  • i farmaci non vietati per doping, ma utilizzati per scopi diversi da quelli autorizzati
  • i farmaci vietati per doping
  • gli integratori, ovvero i prodotti salutistici, vale a dire tutti quei prodotti che servono a reintegrare eventuali perdite di macro e micronutrienti (sali, aminoacidi, vitamine).

 

Chi se ne occupa

Il complesso discorso relativo al doping nei vari sport, in ambito equestre si complica ulteriormente poiché al controllo di sostanze improprie sui cavalieri va aggiunto quello sugli atleti equini.

Le ufficiali linee guida relative all’antidoping per cavalli e cavalieri possono essere consultate su due siti: www.unire.gov.it (ovvero il sito del “Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali”, nonché ex Unire) e sul sito www.fise.it (sito della Federazione che riporta le linee guida del FEI).

Sul sito www.coni.it , invece, ci sono tutte le specifiche per quanto riguarda i cavalieri e in generale gli sportivi “umani” di tutte le discipline.

 

Sul sito Unire, le informazioni relative al doping si possono trovare cliccando sulla voce ‘cavali’ e poi ‘benessere animale’. Qui si potrà innanzitutto trovare la ‘carta etica per la tutela del cavallo’.

Sono poi disponibili dei documenti: per verificare le sostanze proibite, norme disciplinari, regolamenti vari (controlli su cavalieri e guidatori, numero minimo di prelievi obbligatori, disposizioni per prelievi e confezionamenti dei campioni di urina, richieste per seconde analisi).

Esiste anche uno specifico organo di giustizia sportiva a cui rivolgersi per reclami o richieste.

C’è poi una pubblicazione con l’elenco completo dei cavalli trovati positivi al doping. Il data base è liberamente consultabile e vi sono segnalati i casi di doping riscontrati con l’indicazione di questi dati: nome del cavallo/data di nascita, categoria di appartenenza (galoppo, trotto, sella), luogo del prelievo, sostanza rilevata, data di pubblicazione, periodo di sospensione. Su questo data-base è possibile anche fare ricerche specifiche digitando il nome di un cavallo di interesse.

Sul sito Fise, per seguire il discorso ‘antidoping’ relativo ai cavalli,  occorre cliccare su ‘veterinaria’ e poi su ‘attività antidoping cavallo’. Qui si parla di nuove norme in vigore dal 5 aprile scorso provenienti dal FEI e di una relativa lista di sostanze proibite denominata Prohibited List completamente nuova. Il cambiamento più importante riguarderebbe la netta distinzione tra ‘doping’ e ‘medicazione controllata’. A questo scopo vi sono quindi distinti due appositi regolamenti consultabili sul sito. Nella stessa sezione sono disponibili i seguenti documenti: un’informativa (Strategia FISE per il Clean Sport) e il Log Book, Registro dei trattamenti farmacologici, da compilare con le sostanze utilizzate (un’autodichiarazione di supporto che però non sostituisce altri analoghi documenti ufficiali).

C’è poi una sezione relativa all’antidoping umano, che indirizza per questo argomento ai siti delle organizzazioni internazionali cui la Federazione è sottoposta:  WADA, FEI, CONI, Ministero della Salute, CIP.

Veniamo quindi al Coni, cui risultano sottoposti tutti gli atleti che svolgono attività sportiva nell’ambito di manifestazioni sottoposte al controllo delle più disparate Federazioni Sportive Nazionali. Tutti loro sono perciò soggetti ai controlli antidoping del Coni. In Italia, i controlli vengono pianificati e gestiti dal Coni – Nado (acronimo che indica l’Organizzazione Nazionale Antidoping), il quale ha come referente gerarchico sovraordinato ed internazionale la Wada (World Anti Doping Agency, con sede a Montreal).
 A livello normativo il Coni ha recepito il Codice Mondiale Antidoping della Wada, che contiene anche le modalità per lo svolgimento degli accertamenti antidoping.

Sul sito del CONI sotto la voce “attività istituzionali”, ci sono tutte le specifiche per quanto riguarda gli atleti dei vari sport: normativa, modulistica, certificazioni, elenco delle sostanze proibite, informativa, dati statistici, nomi/specialità degli atleti in RTP (facenti parte di un gruppo sotto costante controllo).

Ci sono poi dei link che indirizzano a organi competenti internazionali:

  • WADA (World Anti-Doping Agency)
  • COE (Consiglio Europeo)
  • TAS / CAS (Tribunale Internazionale)

 

Come avvengono i controlli

In forma semplicistica il controllo antidoping comprende un insieme di test scientifici effettuati sul campione di urine di un atleta selezionato. La procedura comincia quindi con la selezione degli atleti e si conclude nel laboratorio antidoping, al termine delle operazioni analitiche, con la stesura di un certificato di analisi, che verrà poi agli organi competenti.

In alcuni casi può essere necessaria un’ulteriore fase, prevista soltanto qualora il campione analizzato sia risultato positivo. In questo caso è necessario ripetere l’analisi a distanza di alcuni giorni, dando così la possibilità all’atleta (che può avvalersi del supporto di suoi legali e/o periti) di assistere a tutte le operazioni svolte in laboratorio.

I controlli antidoping, che vengono effettuati d’intesa tra il Coordinamento Centrale Attività Antidoping del CONI, la Federazione Medico Sportiva Italiana e la FIDAL, sono:

  1. controllo antidoping durante le competizioni;
  2. controllo antidoping al di fuori delle competizioni;
  3. controllo antidoping nominativo.

II controllo antidoping viene effettuato secondo i principi, le regole e le normative della IAAF, che si integrano con i principi CONI/CIO e che in particolare riguardano:

  •     definizione di doping;
  •     elenco delle sostanze o delle tecniche considerate ’proibite»;
  •     responsabilità dell’atleta per mancata presentazione al controllo antidoping, e corresponsabilità di terzi;
  •     ammissione di responsabilità dell’atleta per violazioni doping non accertate, compiute nei 6 anni precedenti, e relative conseguenze e sanzioni;
  •     procedure disciplinari in caso di accertata violazione (con riconoscimento del diritto dell’atleta di essere ascoltato prima della erogazione definitiva della sanzione);
  •     possibilità e condizioni per la riabilitazione dell’atleta squalificato per violazione doping per un periodo diverso dalla squalifica a vita, con riferimento alla Regola 60 g 6 e seguenti del RTI IAAF;
  •     modalità per il sorteggio e I’invito dell’atleta, per il prelievo e la campionatura del campione d’urina e la sua rispedizione al laboratorio incaricato dell’analisi, con riferimento al Regolamento Antidoping FIDAL ed alle “Normative Procedurali per il Controllo Antidoping” della IAAF;
  •     utilizzazione di laboratori accreditati dalla IAAF e/o dal CIO per I’effettuazione delle analisi relative al controllo antidoping.

 

Vediamo quindi questo iter più nello specifico:

1. Scelta degli atleti: avviene con controlli a sorpresa che sono coordinati da un’apposita Commissione che fissa anche le modalità con cui devono essere effettuati. Sia che il controllo sia previsto, sia che avvenga senza che gli atleti ne siano preventivamente informati, esso può avvenire al termine di una competizione oppure fuori gara, anche in periodi non interessanti dal punto di vista agonistico.

2. Raccolta delle urine: è una fase molto delicata. Il prelievo deve necessariamente garantire una quantità di liquido sufficiente alle successive operazioni. Una volta identificato l’atleta, gli viene consegnato un recipiente che andrà riempito con l’urina. Questa verrà poi ripartita in due contenitori. A questo punto viene fatta una valutazione preliminare con relativa compilazione del verbale di prelievo.

3. Trasporto dei campioni dal luogo di raccolta al laboratorio autorizzato all’analisi. I campioni sigillati devono giungere in perfette condizioni, integri da manomissioni e assolutamente anonimi, ma con un codice d’identificazione.

4. Conservazione dei campioni in laboratorio: l’urina può essere conservata per periodi anche prolungati senza che se ne verifichi un’alterazione rilevante ai fini delle analisi antidoping. E’ in ogni modo indispensabile custodire i campioni in celle frigorifere.

5. Procedimenti di analisi (sono più di uno, e procedono in parallelo) ed elaborazione dei dati sperimentali. Ogni campione verrà sottoposto ad una serie di operazioni preanalitiche, propedeutiche all’esecuzione di una serie di procedimenti volti all’identificazione di sostanze dopanti.

6. Stesura del certificato di analisi e trasmissione dei risultati: avviene confrontando il codice con quello di riferimento del prelievo. In caso di positività vengono ripetute le analisi in presenza dell’atleta e di suoi legali/periti e il risultato e si avrà poi il risultato definitivo.

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